31.01.2018
Un nuovo studio su SCCA-IgM in pazienti asiatici è stato pubblicato nella rivista Scandinavian Journal of Clinical and Laboratory Investigation.
I livelli di SCCA-IgM sono stati analizzati per determinare se il biomarcatore può essere usato per monitorare l'evoluzione della cirrosi e per confrontarlo con i valori di alfa feto proteina (AFP): la concentrazione di SCCA-IgM e AFP è risultata significativamente più elevata nei pazienti con cirrosi rispetto a quelli con carcinoma epatocellulare (HCC). Inoltre, i livelli sierologici di SCCA-IgM, ma non di AFP, sono risultati significativamente più bassi nei pazienti con HCC trattati con resezione chirurgica rispetto a quelli trattati con metodi diversi.
Questi dati preliminari dimostrano per la prima volta il potenziale di SCCA-IgM come strumento di monitoraggio in pazienti asiatici. Tuttavia, ulteriori studi su casistiche più ampie sono necessari per confermare questi risultati e validare l'immuno-complesso come un biomarcatore affidabile per monitorare le malattie epatiche in Asia.
Lo studio è frutto di una collaborazione tra l'Università di Medicina e Farmacia di Ho Chi Minh, Vietnam, il Prof. Tiribelli del Centro Studi Fegato di Trieste e la Prof.ssa Pontisso del Dipartimento di Medicina dell'Università di Padova.
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