EN IT

Comunicati Stampa

15.05.2017

SCCA-IgM per il monitoraggio di HCC in pazienti HCV-cirrotici trattati con antivirali ad azione diretta

Il rischio di carcinoma epatocellulare (HCC) in pazienti con infezione da virus dell'epatite C (HCV) e cirrosi persiste anche dopo il trattamento con antivirali ad azione diretta (DAAs). Di conseguenza, è necessario sottoporre a continuo monitoraggio per HCC i pazienti con malattia epatica avanzata trattati con DAAs.

Durante l'ultimo International Liver Congress (ILC) che si è tenuto ad Amsterdam sono stati presentati due studi sull'uso del biomarcatore SCCA-IgM (Hepa-IC, Xeptagen) per il monitoraggio di HCC in pazienti cirrotici e con HCV trattati con DAAs.

Il primo studio ha coinvolto 572 pazienti con epatite C e cirrosi trattati con DAAs. Dopo 18 mesi di monitoraggio, si è osservato sviluppo di HCC in 3.5% dei pazienti (20/572). Tutti i soggetti che prima di iniziare il trattamento presentavano bassa viremia (<500.000 IU/mL) e alti livelli di SCCA-IgM (>300 AU/mL) hanno sviluppato HCC, mentre nessuno dei pazienti con bassi livelli di SCCA-IgM (<100 AU/mL) ha sviluppato tumore durante il follow-up.

Il secondo studio si è svolto su 187 pazienti con infezione da HCV e cirrosi, trattati con DAAs e seguiti per circa 10 mesi. L'analisi delle variabili cliniche ha mostrato che alti livelli del biomarcatore SCCA-IgM (>200 AU/mL) sono associati a sviluppo di tumore al fegato e, rispetto all'alfa-feto proteina (AFP), permettono di identificare con maggiore accuratezza forme precoci di HCC (sensibilità 80%, specificità 83%).

Sulla base di questi risultati, SCCA-IgM potrebbe migliorare la gestione clinica del numero crescente di pazienti con epatite C trattati con DAAs, che rimangono a rischio di HCC anche dopo l'eradicazione del virus.

L'abstract di entrambi gli studi è disponibile QUI.